Sono ormai passate 3 settimane dall’invasione da parte della Russia in Ucraina, un fatto che ha destabilizzato enormemente l’opinione pubblica mondiale e che sta causando importanti ripercussioni anche a livello economico.

Scendiamo nello specifico affrontando il rincaro dei prezzi del carburante, un fattore che colpisce in particolare la categoria degli autotrasporti, ma non solo.

Ritenuto un vero e proprio dramma, l’impennata dei prezzi sta suscitando molta agitazione in questo settore, in quanto l’incremento dei costi e la relativa pressione fiscale potrebbero causare un blocco dei tir.
Una prima misura annunciata dal governo è la riduzione delle accise per 25 centesimi al litro, ma su oltre 1 euro di aumento in 12 mesi non può rappresentare l’unica risposta.

Alla luce del fatto che l’85% delle merci in Italia viaggia su gomma, questo rischia di scatenare un problema di approvvigionamento dei beni in commercio.
Il conseguente blocco dei trasporti causerebbe la riduzione dei rifornimenti degli articoli in commercio e di conseguenza un ulteriore impennata dei prezzi degli stessi al consumatore finale.

Attualmente il Governo italiano non ha messo in discussione la futura disponibilità di carburante nel nostro paese, ma è importante considerare che il 58% del fabbisogno europeo di carburante viene importato dalla Russia, pertanto le preoccupazioni da parte delle aziende di autotrasporti, sull’effettiva disponibilità di carburante, sono fortemente giustificate.

L’invasione russa dell’Ucraina ha solo dato il colpo di grazia a una situazione già critica.

Nell’ultimo anno i consumi di gasolio hanno progressivamente superato la produzione.

A seguito della pandemia, infatti, le raffinerie hanno rallentato la produzione, per evadere l’eccesso di scorte accumulate durante il lockdown e adeguarsi a una minore richiesta.
Per recuperare il gap tra domanda e offerta e ristabilire le scorte di carburante, le raffinerie dovranno lavorare duramente, questo però non eviterà eventuali altri rincari di prezzo.

Tutto ciò, aumenta l’attenzione per lo sviluppo e gli investimenti in tecnologie alternative come i camion elettrici a batteria e i camion a cella a combustibile a idrogeno.
Anche se nell’immediato non sono la risposta, in un futuro non molto lontano potrebbero rappresentare la soluzione definitiva e porre fine all’egemonia quasi esclusiva del diesel degli ultimi anni.